Ieri ho sentito una frase per me illuminante detta dal sindaco di Lampedusa:"Andiamoli a prendere!".
L'Europa può discutere se entrare in un 'conflitto di pace', ma ha un obbligo non discutibile di aiutare popoli che scappano da una nazione in guerra.
Il contributo può essere dato aiutando le zone limitrofe al conflitto ad organizzare la prima accoglienza, per poi trasportare direttamente i profughi in zone del mondo che abbiano la capacità di accoglierli.
Non si può rimanere a guardare dalle nostre coste coloro che sono già sopravvissuti ad un viaggio infernale il cui ultimo tratto (forse il più pericoloso) è per mare.
I 500 profughi sul barcone erano già il risultato probabilmente pesantemente decimato di un viaggio della speranza partito migliaia di chilometri prima.
Mandare aerei a prelevarli, destinarli in centri che evitino le inumane concentrazioni disorganizzate delle rotte della speranza, avrebbe costi sociali ed economici infinitamente minori consentendo una politica di gestione di un inevitabile fenomeno anziché sbolognare il problema all'impotenza di pochi cittadini e comuni che si trovano incidentalmente sulla strada della speranza.
Un minuto di silenzio ed una giornata di lutto non riportano in vita nessuno e non risolvono il problema.
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